(4) Per ciò che la legge (f) non poteva fare, in quanto era debole attraverso la (g) carne, Dio mandando il proprio Figlio a somiglianza di (h) carne peccaminosa, e per (i) peccato, (k ) ha condannato il peccato nella carne:

(4) Non usa qui un argomento, ma espone il mistero della santificazione, che ci è imputato: perché, dice, la potenza della legge non era tale (e ciò a causa della corruzione della nostra natura) che potrebbe rendere l'uomo puro e perfetto, e poiché ha acceso la fiamma del peccato piuttosto che spegnerla ed estinguerla, quindi Dio ha vestito il suo Figlio di carne proprio come la nostra carne peccaminosa, nella quale ha completamente abolito la nostra corruzione, che essendo completamente contabilizzato puri e impeccabili in lui, catturati e trattenuti dalla fede, potremmo essere trovati ad avere pienamente la singolare perfezione che la legge richiede, e quindi che non ci possa essere condanna in noi.

(f) Che non è colpa della legge, ma è colpa nostra.

(g) Nell'uomo quando non è nato di nuovo, la cui malattia la legge potrebbe indicare, ma non potrebbe guarirla.

(h) Della natura dell'uomo che è corrotta dal peccato, finché Cristo non l'ha santificata.

(i) Per abolire il peccato nella nostra carne.

(k) Ha mostrato che il peccato non ha diritto di essere in noi.

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