(3) Poiché la (b) legge dello Spirito di (c) vita in (d) Cristo Gesù mi ha (e) reso libero dalla legge del peccato e della morte.

(3) Prevenzione di un'obiezione: visto che la potenza dello Spirito è in noi è così debole, come possiamo dedurne da ciò che non c'è condanna per coloro che hanno quella potenza? Perché, dice, quella potenza dello Spirito vivificante, che è così debole in noi, è perfettissima e potentissima in Cristo, ed essendo imputata a noi che crediamo, ci fa pensare come se non ci fossero reliquie di corruzione e morte in noi.

Perciò fino ad ora Paolo ragiona della remissione dei peccati, e dell'imputazione dell'adempimento della Legge, e anche della santificazione che è iniziata in noi: ma ora parla della perfetta imputazione della virilità di Cristo, parte che era necessaria per il pieno placamento della nostra coscienze: poiché i nostri peccati sono distrutti dal sangue di Cristo, e la colpa della nostra corruzione è coperta con l'imputazione dell'obbedienza di Cristo, e la stessa corruzione (che l'apostolo chiama peccato peccaminoso) viene sanata in noi a poco a poco, dalla dono della santificazione: ma tuttavia non è completo, in quanto manca ancora un altro rimedio, cioè la perfetta santificazione della stessa carne di Cristo, che è anche a noi imputata.

(b) Il potere e l'autorità dello Spirito, contro il quale è contrapposta la tirannia del peccato.

(c) Che uccide il vecchio, e fa rivivere il nuovo.

(d) Cioè, assolutamente e perfettamente.

(e) Poiché la santificazione di Cristo, essendoci imputata, perfeziona la nostra santificazione che è iniziata in noi.

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