(4) La carità soffre a lungo ed è gentile; la carità non invidia; la carità non si vanta, non si gonfia, (5) non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio, non si irrita facilmente, non pensa il male; (6) Non si rallegra dell'iniquità, ma si rallegra della verità; (7) Tutto sopporta, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

L'Apostolo avendo nei versetti precedenti parlato tanto bene della carità, in termini generali; ora comincia a descrivere i casi speciali di questa grazia cristiana, un po' più particolarmente. Se il Lettore enumererà le diverse qualità molto dolci e sorprendenti, che Paolo ha annotato, della carità, scoprirà che ci sono non meno di sedici particolarità, in lode di essa, che ha enumerato. E si può ben supporre che un principio così amabile e che sgorga da una tale sorgente si diffonda in vari rivoli, ovunque intorno.

Prego il Lettore di osservare anche quanto l'Apostolo abbia accresciuto la rappresentazione, personificando la carità sotto quelle diverse caratteristiche del carattere. Sembra sempre che Paolo parli di una persona, e non semplicemente di questa grazia data a una persona. Ed è una violenza a questa scrittura, o si penserà che sia immaginario, se dovessi dire, non potrebbe Paolo avere il suo Signore sempre in vista, mentre disegnava il ritratto? Di chi, se non di Gesù, si può dire rigorosamente: non cerca il proprio, non pensa il male, sopporta ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa! Sicuramente, nessuno tranne Gesù, si avvicina a questo personaggio! Sì! tu onnipotente portatore di pesi; di te, e solo di te, si può veramente dire: hai portato i nostri peccati e portato i nostri dolori.

Anche ora, tu porti le cure di tutta la tua Chiesa e le persone di tutto il tuo popolo. E mentre, per tutto il presente stato dei tuoi redenti, tu porti tutto nelle braccia del tuo amore; tra poco, quando questo tempo sarà finito, li porterai tutti a casa alla tua gloria eterna.

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