RIFLESSI

Lettore! ripensando ai tanti mirabili avvenimenti narrati in questo Capitolo, ammiriamo, come possiamo, l'amore sconfinato del Signore Gesù, nella tenera istituzione della sua santa Cena. Poiché, poiché il simbolo e l'ombra della Pasqua ebraica, ora doveva cessare per sempre, quando Egli, la vera Pasqua cristiana, alla quale serviva quel servizio, fu sacrificato per noi; è stato un atto di sommo amore e misericordia, nel nostro caro Redentore, istituire questa preziosa ordinanza nella sua Chiesa, come memoriale permanente della sua morte, fino alla sua venuta di nuovo.

E certamente Gesù l'ha amato e raccomandato da ogni circostanza commovente, se consideriamo il tempo in cui lo istituì; il modo in cui lo osservò lui stesso, e ne ordinò la perpetua osservanza da parte del suo popolo: con tutti gli effetti benedetti che ha promesso in esso, dalla sua graziosa presenza, in quei santi tempi di comunione: e le sicure misericordie, che accompagneranno il fedele uso di essa. Oh! per grazia, spesso così proporre la morte del Signore finché egli venga!

E oh! tu carissimo Redentore! concedi sia allo Scrittore che al Lettore la benedetta unzione del tuo Santo Spirito, tutte le volte che seguiamo i tuoi passi per fede, nel giardino del Getsemani. Qui possiamo spesso ricorrere in spirito, come Gesù nei giorni della sua carne ricorse spesso con i suoi discepoli.

E Signore, concedi che entriamo nei tuoi ritiri e, con la vigilanza e la preghiera, ripercorriamo ancora e ancora le agonie dell'anima e i travagli dell'anima di Gesù: interessandoci di tutto ciò che vediamo, dei suoi dolori per noi e la nostra salvezza. Oh! per grazia così leggere e così meditare sulla persona, l'opera, gli uffici, i caratteri e le relazioni del Signore Gesù Cristo! Guardarlo e conoscerlo, che è stato fatto peccato per noi che non abbiamo conosciuto peccato; affinché potessimo essere fatti giustizia di Dio in lui.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità