Non guardare ogni uomo alle sue cose, ma ogni uomo anche alle cose degli altri.

L'apostolo aveva esortato i cristiani di Filippi a rimanere saldi nella battaglia comune ea contendersi le grandi benedizioni della misericordia. A ciò aggiunge un nuovo pensiero: Se, ora, vi è qualche ammonimento in Cristo, se vi è qualche sollecitazione d'amore, se qualche comunione di spirito, se qualche simpatia e misericordia, adempite la mia gioia di condividere la stessa mente, avendo la stessa amore, essendo d'accordo. Se, da un lato, tutte queste cose contano qualcosa, se hanno qualche effetto, allora, dall'altro, i risultati dovrebbero mostrare.

Se da parte di Paolo c'era stato un ammonimento in Cristo, se egli era stato operoso nell'esortarli per amore di Cristo, se aveva tentato di influenzare la loro volontà, se i suoi impulsi nella loro mente e nel loro cuore erano stati di qualche valore, allora il I filippesi, a loro volta, dovrebbero essere zelanti nell'unanimità e nell'umiltà. Il risultato dovrebbe mostrare comunione dello spirito, simpatia e misericordia, tenerezza e compassione.

Lo Spirito di Dio opera una comunione reale e duratura tra i cristiani. Ogni credente sente i legami di questa comunione ed è orgoglioso di esserne trattenuto. E l'opera dello Spirito produce compassione e misericordia, tenero amore tra i cristiani, ciascuno con un interesse misericordioso e comprensivo per il bene degli altri. Con queste condizioni essenziali presenti, l'umiltà e la compassione possono regnare sovrane.

Paolo ha avuto ragioni per rallegrarsi per i Filippesi, per la loro fede e per il loro amore. Questa sua gioia ora la renderanno piena, completa, la renderanno una gioia perfetta, dimostrandosi veri cristiani in ogni cosa, specialmente sotto questo aspetto, che si amano con vera unanimità di pensiero. La loro armonia dovrebbe essere così completa che anche loro pensano la stessa cosa, i loro pensieri seguono la stessa tendenza, corrono nello stesso canale.

Questa unità armoniosa trova la sua espressione in vari modi. Hanno lo stesso amore, ognuno ama l'altro come desidera essere amato. Sono di una sola mente o anima, sentono e pensano come se avessero un'unica anima, rinviando alle particolarità nel giudizio degli altri. Pensano l'unica cosa, avendo la mente diretta verso quell'unico fatto necessario che dovrebbe sempre essere la principale considerazione di un cristiano, la gloria di Cristo e l'edificazione del Suo regno, assistiti dall'amore fedele di ogni credente.

A ciò l'apostolo aggiunge: Niente per contesa o vanagloria, ma con umiltà nei confronti degli altri più eccellenti di voi stessi, guardando non ciascuno ai propri interessi, ma ciascuno anche a quelli degli altri. L'ambizione egoistica, che non tollera interferenze e litiga alla minima provocazione, che cerca solo i propri interessi e fini, e cerca di esaltarsi a spese degli altri, non ha diritto di esistere in mezzo alla congregazione cristiana.

La situazione deve piuttosto essere sempre che i cristiani con e per umiltà si considerino superiori, più eccellenti, che considerino reciprocamente gli altri come da preferire in ogni modo. Per il potere di questa umiltà, che è la caratteristica principale dei cristiani, ciascuno dovrebbe pensare poco a se stesso, ma molto al suo compagno cristiano; ciascuno dovrebbe vedere in sé principalmente i suoi difetti e le sue debolezze, nell'altro, invece, eccellenze di ogni tipo.

Di ogni singolo membro della Chiesa dovrebbe essere infine vero che non ha l'idea egoistica di promuovere solo i propri interessi, il proprio bene, ma sempre ciò che è buono e di beneficio al fratello. Questo è il modo in cui la vera armonia cristiana può essere sostenuta e promossa. L'esperienza generale sembra mostrare che le congregazioni che hanno molti membri avanzati e ben fondati sono inclini a peccare sotto questo aspetto, che l'orgoglio si impossessa dei loro cuori, che ne risulta un comportamento peccaminoso e prepotente.

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