Introduzione (1:1-4).

Avvicinandoci a questa introduzione dovremmo riconoscere che è conforme alla pratica letteraria nel mondo dei giorni di Luca.

Giuseppe Flavio in "Contro Appione" apre i suoi scritti in modo simile. Nella sua apertura al libro 1 dice: "Nella mia storia delle nostre antichità, eccelso Epafrodito, credo di aver chiarito a sufficienza a chiunque possa esaminare quell'opera l'estrema antichità della nostra razza ebraica, la purezza dell'originale ceppo e il modo in cui si è affermato nel paese che occupiamo oggi..... Poiché, tuttavia, osservo che un numero considerevole di persone,.

... screditare le affermazioni della mia storia riguardanti la nostra antichità,... Considero mio dovere dedicare un breve trattato a tutti questi punti, al fine di condannare subito i nostri detrattori di malignità e deliberata falsità, per correggere l'ignoranza degli altri e per istruire tutti coloro che desiderano conoscere la verità sull'antichità della nostra razza».

Quindi inizia il libro 2 in questo modo:

“Nel primo volume di quest'opera, mio ​​stimatissimo Epafrodito, ho dimostrato l'antichità della nostra razza, corroborando le mie affermazioni con gli scritti dei Fenici, dei Caldei e degli Egiziani..... Ho anche contestato le affermazioni di Manetone, Cheremone e alcuni altri. Procederò ora a confutare il resto degli autori che ci hanno attaccato”. Si vedrà quanto questo sia simile in termini generali alle aperture di Luca, non perché uno dei due conoscesse l'altro, ma perché era un metodo letterario standard dell'epoca.

Ma nota che Luca è in grado di indicare testimoni oculari, cosa che Giuseppe Flavio non era necessariamente in grado di fare.

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