Ma Dio raccomanda il suo amore verso di noi, in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Ma Dio loda , х sunisteesin ( G4921 )] - 'mette avanti', 'mostra' (vedi la stessa parola in Romani 3:5 ; Romani 16:1 ; 2 Corinzi 3:1 ),

Il suo (proprio) amore verso di noi, [ tou ( G3588 ) heautou ( G1438 ) agapeen ( G26 )] in quanto, mentre eravamo - lungi dall'essere positivamente "buoni" o anche negativamente "giusti", mentre eravamo

Eppure (o "ancora") peccatori - uno stato che la Sua anima odia,

Cristo è morto per noi. Questo non è esattamente il modo in cui ci saremmo aspettati che l'argomento andasse avanti. «Gli uomini (stava dicendo) difficilmente moriranno per gli uomini anche quando sono "giusti", sebbene per uno enfaticamente "buono" si potrebbe trovare che lo faccia in qualche raro caso; ma Dio ci raccomanda il suo amore in questo, mentre eravamo ancora peccatori - che cosa? 'Lui stesso è morto per noi' sembrerebbe la conclusione naturale dell'argomento.

Ma poiché questo non sarebbe stato congruo, dice così: "Dio raccomanda il suo amore per noi, in quanto, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi". Chi può non vedere quale luce questo getta sulla Persona di Cristo? Se l'apostolo avesse considerato Cristo come una semplice creatura, per quanto esaltata - se avesse ritenuto che non fosse nel senso proprio dell'essenza della divinità - il paragone che ha tracciato tra ciò che gli uomini faranno gli uni per gli altri e ciò che Dio ha fatto per noi in Cristo, è sicuramente una tappa.

Perché così direbbe: 'Difficilmente alcuno morirà, anche per il migliore degli uomini; ma Dio ci ha tanto amati che una creatura eccelsa è morta per noi». Ora che forza c'è in questo? Ma se Cristo è così dell'essenza della divinità da essere Dio manifestato nella carne, inviato da Dio per dare la sua vita in riscatto per molti, se è così dell'essenza della divinità, che in tutto ciò che era e tutto ciò che ha fatto Dio era in Lui di una verità, quindi la sua morte per noi è stata davvero un sacrificio personale da parte di Dio come la perfezione gloriosa della sua natura ci permetterà di concepire ed esprimere. Questo rende il parallelo rigoroso e il contrasto sublime. Ora arriva il contrasto opprimente, decisamente raddoppiato.

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