1 Re 19:11

Nel deserto Dio insegnò a Elia una lezione che era del tutto nuova per lui, e che è una lezione per sempre. Gli insegnò che se fosse suo piacere ripristinare il suo culto tra gli israeliti apostati, non sarebbe per terremoto o fuoco, ma per la dolce influenza del suo Spirito e per quella sua voce che dolcemente, ma in modo che tutti può sentire chi vuole, parla ad ogni uomo nato nel mondo.

I. È quasi necessariamente incidente alla mente umana avere visioni delle cose e progettare schemi diversi da quelli che la sapienza di Dio approva. A prima vista i rapporti di Dio con gli uomini, come li leggiamo nell'Antico Testamento, sono molto diversi da come ci saremmo aspettati che fossero. Dio non è nel vento, né nel terremoto, né nel fuoco, ma nella voce ancora sommessa, e quella voce che parlava così dolcemente al tempo del nostro Salvatore è stata molto più potente di qualsiasi vento, o terremoto, o il fuoco avrebbe potuto essere; la nascita, la vita e la morte del nostro Salvatore parlano ora più chiaramente che mai. La sua chiesa da lui fondata è fiorita e ora riconosciamo con gratitudine che le vie di Dio sono le migliori, sebbene le sue vie non siano come le nostre, né i suoi pensieri come i nostri.

II. Nei rapporti minori di Dio con la sua Chiesa e con noi stessi si trova vera la stessa regola. I modi dell'uomo sono rumorosi, spavaldi, maleducati; quelli di Dio sono quieti, gentili, immobili. Nei Sacramenti, nelle afflizioni lievi, nella coscienza, Dio parla all'uomo con la sua voce ancora sommessa; il nostro dovere è ascoltare i suoi avvertimenti e fare in modo che gli obbediamo. Se non seguiremo la guida della Sua voce, la tempesta, il terremoto e il fuoco possono spaventarci, ma non possono mai renderci santi.

Vescovo Harvey Goodwin, Sermoni parrocchiali, prima serie, p. 178.

Riferimenti: 1 Re 19:11 ; 1 Re 19:12 . JH Newman, Sermoni sui temi del giorno, p. 367; A. Mursell, Pulpito del mondo cristiano, vol. xx., pag. 314; H. Thompson, Concionalia: Schemi di sermoni per uso parrocchiale, vol. io., p. 363; JW Burgon, novantuno brevi sermoni, nn. 69 e 70; W. Nicholson, Riscattare il tempo, p. 198.

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