Ebrei 12:3

I. San Paolo, nei versetti del nostro testo, ci dà un motivo chiaro e serio per meditare frequentemente sulle sofferenze di Cristo. Non è che possiamo imparare a vedere fino a che punto possono arrivare la crudeltà e l'intolleranza umana; non è che possiamo vantarci di essere almeno migliori dei selvaggi che inchiodarono il Salvatore all'albero; non è che possiamo congratularci con noi stessi per vivere in tempi più civili; non è per nessun motivo che possa distogliere lo sguardo da Cristo come Vita e Luce degli uomini; ma è per questo: "Consideratelo , affinché non siate stanchi e svenuti nella vostra mente".

II. La vita di Cristo, quindi, come modello di vita, è ciò che ci viene presentato qui. Consideratelo, perché come fece Lui, così dovete sforzarvi di farlo. La morte e la passione del Figlio di Dio è lo standard con cui misurare ogni nostro sforzo. C'è una voce dentro di noi che ci dice che nella santità e nella fedele sequela di Cristo c'è, infatti, una felicità infinita; che la vittoria sul male è un trionfo infinitamente desiderabile; che è molto meglio lottare per ciò che è nobile e buono, che soccombere a ciò che è piccolo e vile.

Ma quando queste posizioni devono essere messe in pratica, quando le nostre convinzioni devono essere messe in atto ogni ora, quando c'è una moltitudine innumerevole di influenze disturbanti all'opera, impegnate nei loro sforzi per sbilanciare le nostre menti e portarci fuori strada, allora il grande pericolo è che non possiamo dire che la lotta per tutta la vita è troppo dura, la costante vigilanza che ci viene richiesta è una tensione troppo grande. È nel considerare Colui che ha sopportato tale contraddizione dei peccatori contro se stesso che impareremo a poco a poco, ma impareremo a non essere stanchi o sfiniti nella nostra mente.

A. Jessopp, Sermoni della scuola di Norwich, p. 119.

Riferimenti: Ebrei 12:3 . Spurgeon, Sermoni, vol. xviii., n. 1073; Omilista, 3a serie, vol. iv., pag. 232; HW Beecher, Pulpito del mondo cristiano, vol. xviii., p. 175; Mensile del predicatore, vol. x., pag. 58; Rivista del sacerdote, vol. x., pi 83.

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