Efesini 4:4

I. Considerate l'unità o l'unicità della Chiesa come enunciata dall'unità o unità del corpo. "Il corpo è uno", dice l'Apostolo. Nonostante le varie membra di cui è composta, una vita anima il tutto. Le parti si sottomettono a vicenda. Istintivamente sentono di appartenere l'uno all'altro; che devono reciprocamente aiuto e sostegno. E così anche la Chiesa è un solo corpo mistico, come noi lo chiamiamo avente un solo Autore, che è Dio, e un solo Capo, che è Cristo, e un solo Spirito informatore, che è lo Spirito Santo; avendo un paese verso il quale stanno viaggiando tutti i suoi membri, che è il paradiso, un codice di istruzioni per guidarli là, che è la parola di Dio, una stessa banda di nemici che cercano di sbarrarne il passaggio, che sono il mondo, il carne e il diavolo;

II. Ma, in secondo luogo, come nel corpo umano c'è unità, così c'è anche varietà, diversità, molteplicità, o qualunque altra cosa ci piace chiamarla. La Chiesa è veramente un corpo anche in questo senso: che i suoi diversi membri hanno diverse funzioni da svolgere, tutte assegnate loro da Dio; e poi, e solo allora, fa una crescita equa e armoniosa.

III. Considera le lezioni che possiamo trarre da queste verità. (1) Siamo membri di un corpo. Non dimentichiamolo mai. È fin troppo facile farlo. Non cediamo alla tentazione che ci porterebbe a separarci, se non del tutto, ma in parte, dal corpo di Cristo, e ad instaurare una nostra vita egoistica e indipendente. (2) Se siamo così membri gli uni degli altri, molti sono i debiti che come tali dobbiamo l'uno all'altro. Ci dobbiamo reciprocamente verità, amore, onore. Chiediamo a Dio un senso più tenero, più vivo, più serio dei dolori, dei bisogni, delle perplessità, delle angustie, dei timori, delle prove, dei nostri fratelli.

RC Trench, Westminster e altri sermoni, p. 152.

Riferimenti: Efesini 4:4 . JG Rogers, Pulpito del mondo cristiano, vol. iv., pag. 380; Mensile del predicatore, vol. iv., pag. 211.

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