I DISTURBI DELLE ACQUE

'Poiché un angelo scese in una certa stagione nella piscina, e turbò l'acqua: chiunque allora per primo dopo il disturbo dell'acqua vi entrò fu guarito da qualunque malattia avesse.'

Giovanni 5:4

La storia grafica della piscina di Betesda, che non è raccontata da nessun altro evangelista se non da Giovanni, è notevole e istruttiva in un grado molto alto.

Potremmo notare una o due grandi caratteristiche.

I. Il primo è l'accento posto sull'elemento personale nel lavoro sociale o caritativo . ‑ La guarigione non deve essere effettuata con alcun mezzo meccanico. Ci deve essere uno sforzo personale. L'assoluta necessità dello sforzo personale, e il male dell'opera caritativa senza di essa, può essere visto molto chiaramente su piccola scala nel caso dell'elemosina indiscriminata. Le persone benevole, che non feriscono i propri sentimenti rifiutando il povero uomo della strada, e che danno denaro senza alcuno sforzo di indagine personale sul caso davanti a loro, sono colpevoli proprio di questo errore. Stanno usando mezzi meccanici. Non sono come l'angelo che agita l'acqua.

II. In tutti i tipi di lavoro sociale non è il denaro che è più necessario. Quello che vogliamo non è denaro, ma uomini . ‑ Il denaro, che è di scarsa utilità in ogni settore della vita, è di scarsa utilità qui. Non prenderà, non potrà prendere il posto di quell'umanità e di quella simpatia con cui soltanto gli uomini sono aiutati a camminare con fermezza ed essere forti.

III. Ma, ancora una volta, in questo passaggio appare un altro lato della stessa verità . È il bisogno di concentrazione nel lavoro sociale. Qui, ci viene detto, c'è una grande moltitudine di sofferenti, eppure a uno, uno solo, il primo che può dimettersi, è estesa la compassione di nostro Signore.

IV. "Il turbamento delle acque!" Come diventano eloquenti le parole quando alziamo gli occhi e guardiamo alla condizione sociale della gente . ‑ Eccole, le acque stagnanti. Cosa stiamo facendo, come uomini e donne cristiani, per stimolarli alla guarigione delle nazioni? Là giacciono, qui morti e immobili, là solo increspate dal respiro dell'aspirazione. Cosa stiamo facendo per far soffiare loro quell'alito forte? Ciascuno di noi, qualunque sia il suo posto e posizione, ne ha almeno qualcuno alla sua portata con meno doni di Dio di lui; qualche anima a cui potrebbe portare aiuto e forza, le cui ferite potrebbe fasciare, il cui dolore potrebbe alleviare.

—Rev. Canonico Alessandro.

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