LA REGOLA D'ORO

"Tutto quello che vorresti che gli uomini ti facessero, fallo anche a loro."

Matteo 7:12

In questa parte del Discorso della Montagna nostro Signore comincia a trarre la conclusione del suo discorso. Le lezioni che qui impone alla nostra attenzione sono ampie, generali e piene della più profonda saggezza. Segnaliamoli in successione.

I. Un principio generale . ‑ Stabilisce un principio generale per la nostra guida in tutte le questioni dubbie tra uomo e uomo. Dobbiamo 'fare agli altri ciò che vorremmo che gli altri facessero a noi'. Non dobbiamo trattare con gli altri come gli altri trattano con noi: questo è puro egoismo e paganesimo. Dobbiamo trattare gli altri come vorremmo che gli altri trattassero noi: questo è il vero cristianesimo. Questa è davvero una regola d'oro!

II. Risolvere punti discutibili . ‑ Non si limita a vietare ogni meschina malizia e vendetta, ogni imbroglio e prevaricazione: fa molto di più. Risolve cento punti difficili, che in un mondo come questo sorgono continuamente tra l'uomo e l'uomo; impedisce la necessità di dettare infinite piccole regole per la nostra condotta in casi specifici; spazza l'intero discutibile terreno con un potente principio; ci mostra un equilibrio e una misura, con cui ciascuno può vedere subito qual è il suo dovere.

—C'è qualcosa che non vorremmo che il nostro prossimo ci facesse? Allora ricordiamoci sempre che questa è la cosa che non dobbiamo fargli. C'è una cosa che vorremmo che ci facesse! Allora questa è proprio la cosa che dovremmo fargli. ‑ Quante intricate questioni verrebbero risolte contemporaneamente se questa regola fosse usata onestamente!

III. La sua eccellenza generale .-Considerate l'eccellenza di questa regola e le ragioni per cui rivendica il rispetto e l'omaggio dell'umanità. Questi sono-

( a ) La sua ragionevolezza , in quanto fondata sull'uguaglianza originaria di tutti gli uomini gli uni con gli altri.

( b ) La sua capacità di applicazione facile ed immediata.

( c ) La sua gentilezza e beneficenza in relazione a noi stessi.

Prebendario Daniel Moore.

Illustrazione

'Un giudice, amministrando' le leggi del suo paese, sa molto bene che se fosse nella situazione del prigioniero non c'è niente che desidererebbe quanto un'assoluzione. Non deve dunque pronunciare altro che perdoni? Un audace mendicante va da un ricco per l'elemosina. Immagina un'inversione delle loro posizioni, e la regola del fare come vorresti essere fatto da te richiederebbe che il ricco rinunci alla metà della sua proprietà.

Questi e casi simili, derivanti dalle necessarie dipendenze e relazioni della vita sociale, provano a sufficienza che la regola del nostro testo deve essere accolta con una certa limitazione intesa, e implicano che non è ciò che facciamo, o potremmo desiderare che gli altri fare a noi, questo deve essere l'indicatore della nostra condotta nei loro confronti, ma solo ciò che, secondo i principi di equità, equità e diritto, dovremmo desiderare'.

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