Ero (o sono diventato ) nello Spirito. - La mente, trascinata dalla contemplazione delle cose spirituali, è astratta dalla coscienza immediata delle forme di vita terrene esteriori. Nelle grandi nature questo potere è generalmente forte. Si narra che Socrate sia rimasto assorto nei suoi pensieri per ore e persino giorni, inconsapevole del caldo di mezzogiorno, o dello stupore beffardo dei suoi compagni.

Per gli uomini dall'anima elevata, concentrati sul benessere spirituale della razza, questo potere di distaccarsi dall'influenza dell'esterno è il risultato della loro serietà; le cose spirituali sono per loro le reali; le cose viste sono temporali. È solo lo Spirito Santo che può dare la forza di questa astrazione spirituale; ma è attraverso l'uso ordinario dei mezzi che questo potere viene conferito. Nel caso di San Giovanni è stato il giorno del Signore che questo rapimento spirituale è stato concesso.

Il giorno del Signore. — Non vi è alcun fondamento per l'interpretazione futurista che questa espressione si riferisca al “Giorno del Signore”, come in 2 Tessalonicesi 2:2 . La frase in quest'ultimo passaggio è totalmente diversa. La frase qui è. en te kuriake hemera. L'aggettivo è applicato da S.

Paolo (forse da lui coniato per lo scopo) alla Cena del Signore: dalla Cena venne applicato al giorno in cui i cristiani si riunivano per la frazione del pane. Il giorno è ancora chiamato κυριακὴ ( kuriake ) nel Levante. Nel giorno del Signore la visione venne all'Apostolo. Era l'ora della comunione più dolce e più intima, quando i ricordi di Cristo risorto e la comunione di cui aveva goduto a Efeso, avrebbero lavorato sul suo spirito, e lo avrebbero aiutato a elevarlo nella più alta adorazione, come S.

Paolo ( 2 Corinzi 12:2 ). Quando era così rapito, udì una voce, forte, chiara e risonante come una tromba. La voce dell'Apostolo non si poteva udire tra il suo amato gregge a Efeso; ma c'era una voce che sarebbe giunta dall'esilio a Patmos, non a Efeso e alle sue chiese sorelle, ma a tutte le chiese e per tutti i tempi.

La bocca che la persecuzione chiude Dio apre e le ordina di parlare al mondo. Così parla ancora san Paolo, attraverso le epistole della sua cattività. Lutero, con la sua traduzione della Bibbia, parlò dal suo confino a Wartburg; e Bunyan, con la sua divina allegoria, mostra quanto deboli fossero le pareti della sua cella a Bedford per far tacere la voce di Dio. Se d'argento è la parola e d'oro il silenzio, è vero anche nella storia della Chiesa che dalla cattività dei suoi maestri essa ha ricevuto i suoi tesori più duraturi.

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