Commento, spiegazione e studio di 2 Corinzi 8:2-15, verso per verso
In mezzo alle molte afflizioni con le quali esse sono provate, l'abbondanza della loro allegrezza e la loro profonda povertà hanno abbondato nelle ricchezze della loro liberalità.
Poiché, io ne rendo testimonianza, secondo il poter loro, anzi al di là del poter loro, hanno dato volenterosi,
chiedendoci con molte istanze la grazia di contribuire a questa sovvenzione destinata ai santi.
E l'hanno fatto non solo come avevamo sperato; ma prima si sono dati loro stessi al Signore, e poi a noi, per la volontà di Dio.
Talché abbiamo esortato Tito che, come l'ha già cominciata, così porti a compimento fra voi anche quest'opera di carità.
Ma siccome voi abbondate in ogni cosa, in fede, in parola, in conoscenza, in ogni zelo e nell'amore che avete per noi, vedete d'abbondare anche in quest'opera di carità.
Non lo dico per darvi un ordine, ma per mettere alla prova, con l'esempio dell'altrui premura, anche la schiettezza del vostro amore.
Perché voi conoscete la carità del Signor nostro Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s'è fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà, voi poteste diventar ricchi.
E qui vi do un consiglio; il che conviene a voi i quali fin dall'anno passato avete per i primi cominciato non solo a fare ma anche a volere:
Portate ora a compimento anche il fare; onde, come ci fu la prontezza del volere, così ci sia anche il compiere secondo i vostri mezzi.
Poiché, se c'è la prontezza dell'animo, essa è gradita in ragione di quello che uno ha, e non di quello che non ha.
Poiché questo non si fa per recar sollievo ad altri ed aggravio a voi, ma per principio di uguaglianza;
nelle attuali circostanze, la vostra abbondanza serve a supplire al loro bisogno, onde la loro abbondanza supplisca altresì al bisogno vostro, affinché ci sia uguaglianza, secondo che è scritto:
Chi avea raccolto molto non n'ebbe di soverchio, e chi avea raccolto poco, non n'ebbe mancanza.