Il metodo della saggezza mondana non è solo quello della discrezione; è, inoltre, quella della diligenza, e questo passaggio sollecita tale diligenza. Di nuovo, abbiamo preso più di un testo da questo passaggio per predicare la verità di Dio, e in esso non commettiamo necessariamente il male, poiché ci sono elevate applicazioni spirituali di tutte queste cose. Tuttavia, va ricordato che qui si mettono in relazione con la prospettiva che ha caratterizzato l'intero discorso.

Non abbiamo ancora raggiunto, anche se ci stiamo avvicinando rapidamente, il punto di correzione. Tutto ciò può essere riassunto dicendo che insegna la necessità della diligenza in mezzo alle cose di questa vita: "Getta il tuo pane sulle acque" è un'ingiunzione al lavoratore che rende possibile la mietitura. "Dai una porzione a sette" è un consiglio per sfruttare tutte le opportunità in modo speculativo, perché non si sa quali calamità potrebbero esserci davanti, e perché è bene aver provveduto in anticipo a tali contingenze.

A tutto questo seguono i consigli di non perdere tempo nel tentare di decidere cose improbabili; e, infine, le parole dei versetti sei e sette possono essere espresse nel linguaggio degli ultimi giorni come: "Prendilo"; "Continuate così"; "Fare il fieno mentre il sole splende." Quasi stranamente questa sezione, che espone il valore e il metodo della saggezza mondana, termina con lo stesso lamento di delusione che ha caratterizzato l'intero discorso. "Se uno vive molti anni, si rallegri di tutti loro; ma si ricordi dei giorni delle tenebre, perché saranno molti. Tutto ciò che viene è vanità".

L'ultima divisione del Libro inizia con il nono versetto di questo capitolo. La sua prima parola, come la prima parola del Manifesto del Re nei giorni successivi, indica il vero pensiero e desiderio di Dio per l'uomo: "Rallegrati". Viene prima formulata una dichiarazione di vita che includa tutta la verità riconosciuta nel discorso, e tuttavia che la trascende di gran lunga nella sua totalità. Un uomo deve entrare nella vita, nella sua stessa vita e nella sua vita presente, con avidità; e deve farlo costantemente agli occhi di Dio, ricordando la sua relazione con Dio.

Il giudizio qui non significa punizione ma verdetto. Tutto deve essere prima messo alla prova dalla supremazia di Dio. Tentare di trovarLo attraverso il nostro uso compiaciuto della vita significa fallire completamente. Intronizzarlo prima, e poi tentare di trovare la vita attraverso di Lui, significa cancellare per sempre la parola "vanità".

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