Qui inizia la seconda divisione dell'epistola, in cui Paolo tratta della dottrina della libertà. Inizia con l'esclamazione: "O sciocchi Galati, chi vi ha stregati?" Allora domandò: Hanno ricevuto lo Spirito mediante le opere della legge o, avendo cominciato nello Spirito, sono ora perfezionati nella carne? La loro sofferenza è stata vana? Quello Spirito fu fornito e quei miracoli operati dalle opere della legge?

Le risposte a queste domande sono perfettamente chiare e rivelano una dottrina positiva. I veri figli di Abramo sono coloro che sono della fede. "Quanti sono delle opere della legge sono sotto una maledizione." Questo l'apostolo mostra che è così. La Scrittura dice: "Il giusto vivrà mediante la fede, mentre la legge dice: "Chi le mette in pratica vivrà in esse".

Qual era, allora, il valore della legge? Era solo un accordo temporaneo, fino alla venuta del Seme. Era una disposizione divina, poiché era "ordinata per mezzo di angeli dalla mano di un mediatore", Mosè. Perciò la legge conduce alla venuta del Seme, il Cristo, mediante la fede nel quale si realizza la promessa fatta alla fede. L'opera della legge era di tenere gli uomini in custodia, e di rinchiuderli alla fede «per essere poi rivelata.

Così «la legge è diventata il nostro tutore per condurci a Cristo». Il «tutore» è proprio colui che esercita la disciplina e vigila sulla condotta. Allora la legge era semplicemente un custode disciplinare, finché Cristo, che avrebbe aperto la porta del carcere, e libererebbe il prigioniero. Così i neonati sono progenie di Abramo, non secondo o per via della legge, ma secondo la promessa.Questa è la grande dottrina della libertà dalla legge.

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