Matteo 20:1

Gli operai in vigna.

I. Questa parabola è diretta contro un temperamento e uno spirito d'animo sbagliati, che si manifestò particolarmente tra gli ebrei, ma contro il quale tutti gli uomini in possesso di privilegi spirituali hanno bisogno di essere, e qui sono, messi in guardia; questo avvertimento è rivolto principalmente non a loro, ma agli Apostoli, come i primi operai della Chiesa cristiana, i primi chiamati a lavorare nella vigna del Signore, "i primi" sia nel tempo che nella fatica e nelle pene.

Avevano visto il giovane ricco andarsene addolorato, incapace di sopportare la prova con cui il Signore gli aveva misericordiosamente rivelato quanto fossero forti le catene con cui il mondo lo teneva fermo. Essi (perché Pietro qui, come tante volte, è portavoce di tutti) vorrebbero sapere quale dovrebbe essere la loro ricompensa, coloro che hanno fatto proprio questa cosa da cui si era rifuggito, e abbandonato tutto per amore del Vangelo. Il Signore risponde loro in primo luogo e pienamente, che essi e quanti dovrebbero fare lo stesso per amor Suo, ricevano un'abbondante ricompensa.

II. Ma per tutto questo la domanda: "Cosa avremo?" non era giusto; ha messo la loro relazione con il loro Signore su una base sbagliata. C'era la tendenza a portare la loro obbedienza al calcolo di tanto lavoro, tanta ricompensa. C'era anche in esso un certo autocompiacimento. In questa parabola viene insegnato agli Apostoli che, per quanto lungamente continuata la loro opera, abbondano le loro fatiche, ma senza la carità verso i fratelli e l'umiltà davanti a Dio, non sono nulla; quell'orgoglio e una stima compiaciuta del loro lavoro, come la mosca nel prezioso unguento, rovinerebbero il lavoro, per quanto grande possa essere, poiché quell'opera sta solo nell'umiltà, e da prima cadrebbero per durare.

La lezione insegnata a Pietro, e tramite lui a tutti noi, è che il primo possa essere del tutto ultimo; che coloro che sono i primi come capi del lavoro, ma se dimenticano che la ricompensa è di grazia e non di opere, e cominciano a vantarsi e ad esaltarsi al di sopra dei loro compagni di lavoro, possono perdere del tutto le cose che hanno lavorato; mentre coloro che sembrano ultimi possono ancora, conservando la loro umiltà, essere riconosciuti prima di tutto nel giorno di Dio.

RC Trench, Appunti sulle parabole, p. 168.

Riferimenti: Matteo 20:1 . AB Bruce, La formazione dei dodici, p. 272; Ibid., Insegnamento parabolico di Cristo, p. 183; R. Calderwood, Le parabole di nostro Signore, p. 291; G. Calthrop, Omiletic Quarterly, vol. i., pp. 55, 496; Rivista del sacerdote, vol. ii., pag. 82; W. Sanday, Expositor, 1a serie, vol.

iii., pag. 81; FT Hill, Ibid., p. 427; Parker, Vita interiore di Cristo, vol. iii., pag. 72. Matteo 20:3 ; Matteo 20:4 . Spurgeon, My Sermon Notes: Vangeli e Atti, p. 114.

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