Le parole di Amos, che era tra i pastori: " Amos inizia esponendo il proprio nulla e con la grande grazia del suo Maestro e Istruttore, lo Spirito Santo, riferendo tutto alla sua gloria". Lui, come Davide, Pietro, Paolo, Matteo, era una delle "cose ​​deboli del mondo, che Dio ha scelto per confondere i potenti". Egli stesso era un pastore solo "tra i pastori"; ma le parole che pronunciò non erano sue.

Erano parole che vedeva, non con occhi di carne, ma "con quella visione con cui si possono vedere le parole, la visione del veggente nella mente". Erano "parole riguardanti", o piuttosto "su Israele", parole pesanti che si abbattevano sulle pesanti trasgressioni di Israele. La parola ebraica "visto" non è di semplice vista, ma di una visione data da Dio. Amos dice solo che erano le "sue" parole, per aggiungere subito che venivano a lui da Dio, che lui stesso era solo l'organo umano attraverso il quale Dio parlava.

Due anni prima del terremoto - Questo terremoto deve essere stato chiaramente uno dei più grandi, poiché era vividamente nella memoria delle persone al tempo di Zaccaria, e Amos ne parla come "il terremoto". I terremoti dell'est, come quello di Lisbona, distruggono intere città. In uno, poco prima della nascita di nostro Signore, “circa diecimila furono sepolti sotto le case diroccate”. Questo terribile terremoto (perché così lo descrive Zaccaria) fu uno dei preludi di quel dispiacere di Dio, predetto da Amos.

Fu dato un avvertimento di due anni e un tempo per il pentimento, "prima che arrivasse il terremoto", il segno e l'inizio di un'ulteriore scossa di entrambi i regni, a meno che non si fossero pentiti. In effetti, fu il primo lampo del fulmine a consumarli.

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