Ora la fine. — La parola greca dovrebbe essere tradotta Ma la fine. Sebbene Timoteo debba resistere e opporsi a questi falsi maestri con tutto il coraggio e la fermezza, tuttavia non deve dimenticare quale fu il vero fine, lo scopo, lo scopo di tutto l'insegnamento cristiano, che, gli ricorda l'Apostolo, è l'Amore.

Del comandamento. — Non si fa qui riferimento ai famosi comandamenti della Legge di Mosè. "Comandamento" può essere parafrasato in questo luogo con "insegnamento pratico".

Alle “favole” malaticce dei falsi maestri, che non facevano che discutere, san Paolo contrappone quella “sana dottrina pratica”, il cui fine e scopo era l'amore, o la carità.

Beneficenza. — Quell'amore, o carità ampia, comprensiva, verso gli uomini, così nobilmente descritto in 1 Corinzi 13 .

Da un cuore puro, e da una buona coscienza, e da una fede non finta. — Questo ampio amore, o carità, che abbraccia tutto, emana solo da “un cuore puro” , cioè un cuore libero dai desideri egoistici e dalle cattive passioni. Solo i “puri di cuore”, ha detto il Signore, nel discorso della montagna ( Matteo 5:8 ), godranno della visione beatifica di Dio.

E di buona coscienza. — Questa “carità” deve scaturire anche da una coscienza alleggerita del suo carico di colpa, da una coscienza irrorata del sangue prezioso, e così riconciliata con Dio.

E di fede non finta. — E, infine, la radice di questa «carità» — fine e fine dell'insegnamento pratico del vangelo predicato dagli Apostoli — va cercata in «una fede non finta», in una fede che consiste in qualcosa di più che in una poche parole altisonanti, che rivendicano una sicura confidenza che non si sente. La “fede non finta” di san Paolo è una fede ricca di opere più che di parole.

Senza questa fede, così reale che i suoi frutti sono sempre manifesti, non può esserci buona coscienza; senza questa coscienza, lavata dal sangue prezioso, non può esserci cuore puro.
L'errore dei maestri di cui Timoteo era stato avvertito, come vediamo dal versetto successivo, consisteva non tanto in false dottrine quanto nella totale negligenza di inculcare la necessità di una vita pura e abnegata. Preferivano le domande curiose e le domande speculative all'insegnamento severo e semplice del Vangelo che portava gli uomini a vivere una vita seria e amorevole.

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