eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, all'obbedienza e all'aspersione del sangue di Gesù Cristo: grazia a voi e pace sia moltiplicata.

L'apertura è semplice, commisurata alla dignità di apostolo e al messaggio da lui proclamato: Pietro, apostolo di Gesù Cristo, agli eletti forestieri della dispersione del Ponto, della Galazia, della Cappadocia, dell'Asia e della Bitinia. L'autore, usando il nome onorifico datogli da Cristo stesso, che era per lui un segno di distinzione maggiore di quello che avrebbe potuto essere il conferimento di molti altri onori, si presenta ai suoi lettori come uno del numero di uomini che il Signore aveva espressamente scelto come suoi messaggeri e delegati per portare il Vangelo della salvezza a tutti gli uomini, come apostolo di Gesù Cristo, il Salvatore.

Indirizza la sua lettera ai forestieri, agli stranieri della Dispersione, alle persone che sono lontane dalla loro vera casa dimorante, che sono erranti e pellegrini su questa terra. Ricordando così ai suoi lettori fin dall'inizio del loro reale status in questo mondo, l'apostolo affronta abilmente il pensiero che si trova in tutta la lettera, e cioè che l'intera vita di tutti i credenti qui sulla terra non è che un tempo di preparazione alla cittadinanza nella vera Patria di sopra.

Le sue parole riguardano l'intera Chiesa cristiana come il vero Israele, popolo di Dio dell'alleanza del Nuovo Testamento, che è ancora lontano dalla dimora celeste. I cristiani sono un piccolo equipaggio povero, sparso in tutto il mondo, comunemente in piccole comunità o congregazioni. Eppure è il popolo eletto di Dio, essendo stato eletto da Dio prima della fondazione del mondo per essere Suo. La lettera veniva inviata come lettera generale, o enciclica, alle congregazioni allora esistenti in varie province dell'Asia Minore: Ponto, nell'estremo nord-est, sul Mar Nero, Galazia, la grande provincia romana nella parte centrale, Cappadocia, altra provincia dell'entroterra, a sud della Galazia e del Ponto, Asia marittima lungo il Mar Egeo, Bitinia, nella parte nord-occidentale, sul Mar Nero.

L'apostolo descrive ulteriormente lo stato dei cristiani: Secondo la prescienza di Dio Padre, nella santificazione dello Spirito, nell'obbedienza e nell'aspersione del sangue di Gesù Cristo. L'elezione dei credenti è avvenuta secondo la prescienza, o meglio, secondo la predestinazione, la risoluzione di Dio Padre. I cristiani sono eletti, scelti fuori dal mondo, dalla grande massa di coloro per i quali si è guadagnata la redenzione di Cristo Gesù, in questo modo, che Dio li ha scelti, li ha costituiti come Suoi prima dei secoli del mondo.

Non c'è assolutamente nessuna eccellenza, nessun merito, da parte nostra. Per grazia gratuita Dio Padre ci ha fatto fin dall'eternità l'oggetto della sua elezione in Cristo Gesù. Nel Suo consiglio e risoluzione è fondata la nostra elezione, e quindi nessuno può strapparci dalla Sua mano. La risoluzione, il disegno di Dio si è attuato nel tempo in questo modo, che i cristiani sono santificati, separati dal mondo, consacrati a Dio.

Quest'opera, nella maggior parte dei casi, è stata iniziata nel Battesimo, ma è proseguita per tutta la vita del credente, per opera dello Spirito Santo, che vive in tutti i cristiani mediante la fede, che purifica i loro cuori dalla sporcizia dell'idolatria e della miscredenza , come scrive Lutero. E lo scopo di questa predestinazione, lo scopo dell'elezione di Dio, è che gli eletti siano portati all'obbedienza di Gesù Cristo, cioè alla fede.

Questa fede è operata nei loro cuori attraverso l'applicazione e la trasmissione dell'aspersione del sangue di Gesù. Per la riconciliazione della colpa dell'uomo, il perdono dei peccati, è stato assicurato attraverso lo spargimento del sangue innocente di Cristo; la nostra fede si basa sulla Sua opera vicaria. In questo modo siamo obbedienti al Vangelo, Romani 10:16 , ea Cristo, 2 Corinzi 10:5 ; Ebrei 5:9 .

Così l'elezione di Dio è alla fede; la fede si è accesa nei nostri cuori come risultato della predestinazione di Dio. Stando così le cose, l'apostolo può ben aggiungere il suo saluto che Dio ora ci impartisce la grazia che suo Figlio ci ha guadagnato, e che ci rende possessori della pace che supera ogni comprensione, con la quale siamo entrati nel rapporto di filiazione con Dio ancora una volta, in misura ricca.

Notate con quanta forza l'apostolo sottolinei proprio all'inizio della sua lettera che la nostra salvezza è, sotto ogni aspetto, da ogni parte, opera del Dio Uno e Trino, essendo le tre Persone della Divinità coordinate in questo atto, avendo operato simultaneamente, con uguale potere e con lo stesso scopo.

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