Moab è il mio lavatoio - vale a dire, probabilmente il pediluvio, una figura che esprime grande disprezzo, che riceve illustrazione dalla storia raccontata di Amasis (Erode ii. 172) e dal vaso d'oro, che aveva rotto a pezzi e trasformato in un'immagine di uno degli dei — dall'uso ignobile reso divino — come allegorico della propria trasformazione da privato a re. Altri spiegano, per analogia con i proverbi arabi, che il conquistatore si sarebbe, per così dire, lavato la faccia di bianco, cioè avrebbe acquistato fama a Moab.

Forse il confronto di Moab con un bagno è stato suggerito dalla sua vicinanza al Mar Morto, che si potrebbe dire essere ai piedi di Israele.

Su Edom... — La spiegazione più naturale di questa figura è che Edom è disonorato dal carattere dello schiavo a cui il conquistatore lancia i suoi sandali ( na'al è collettivo), affinché possano essere puliti. (Comp. Matteo 3:11 ). L'azione simbolica di Rut 4:7 aveva un significato diverso, il trasferimento di un diritto di proprietà, e quindi non può essere impiegata nell'illustrazione.

Della "scarpa", come figura di ciò che è più vile e più comune, il dottor JG Wetzstein cita molti proverbi arabi. Una copertura per i piedi attirerebbe naturalmente ad esso tali associazioni. (Comp. l'uso ripetuto dello sgabello nei Salmi e l'uso del piede da parte di Shakespeare,
"Qual è il mio piede mio tutore!" - Tempest. )

Ma l'usanza che Israele portò dall'Egitto ( Esodo 3:3 ), di far cadere i sandali fuori della porta di un tempio, e anche di una casa comune, deve essere servita ancora di più a fissare su quell'indumento idee di viltà e profanazione.

Filistea, trionfa per me... — Questo non può essere il significato inteso dalla proposizione, poiché è del tutto fuori contesto, e nel Salmi 108 abbiamo proprio l'opposto: "Io trionferò sulla Filistea". Dobbiamo quindi cambiare questa lettura in modo da ottenere, su Filistea è il mio trionfo, o rendere il testo così com'è, dall'analogia con Isaia 15:4 : Su ( cioè, a causa di ) di me, Filistea, alza un lamento triste.

La LXX. e Volg. indicare questo significato traducendo il nome proprio, "gli stranieri mi sono stati sottomessi".

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