Commento, spiegazione e studio di Ecclesiaste 2:19-26, verso per verso
E chi sa s'egli sarà savio o stolto? Eppure sarà padrone di tutto il lavoro che io ho compiuto con fatica e con saviezza sotto il sole. Anche questo è vanità.
Così sono arrivato a far perdere al mio cuore ogni speranza circa tutta la fatica che ho durato sotto il sole.
Poiché, ecco un uomo che ha lavorato con saviezza, con intelligenza e con successo e lascia il frutto del suo lavoro in eredità a un altro, che non v'ha speso intorno alcuna fatica! Anche questo è vanità, e un male grande.
Difatti, che profitto trae l'uomo da tutto il suo lavoro, dalle preoccupazioni del suo cuore, da tutto quel che gli è costato tanta fatica sotto il sole?
Tutti i suoi giorni non sono che dolore, la sua occupazione non è che fastidio; perfino la notte il suo cuore non ha posa. Anche questo è vanità.
Non v'è nulla di meglio per l'uomo del mangiare, del bere, e del far godere all'anima sua il benessere in mezzo alla fatica ch'ei dura; ma anche questo ho veduto che viene dalla mano di Dio.
Difatti, chi, senza di lui, può mangiare o godere?
Poiché Iddio dà all'uomo ch'egli gradisce, sapienza, intelligenza e gioia; ma al peccatore dà la cura di accogliere, d'accumulare, per lasciar poi tutto a colui ch'è gradito agli occhi di Dio. Anche questo è vanità e un correre dietro al vento.