1 Pietro 4:14

La forza nobilitante del Vangelo.

I. Esternamente questi re e sacerdoti, questi portatori sul capo dello Spirito di gloria e di Dio, non sono investiti di dignità. Stranieri e dispersi, afflitti da tentazioni sempre diverse, molti dei quali schiavi nelle famiglie dei pagani, tutti suscettibili di essere rimproverati per il nome di Cristo tale era la loro reale condizione di umiliazione e di obbligo; tale, per molti di loro, era la loro attuale povertà e meschinità di proprietà.

Erano stati trasformati, trasfigurati. Da esseri semplicemente del mondo che li circonda, dall'enorme comunanza di carattere e condizione, certamente da nessun assemblaggio di genio e cultura, erano stati raffinati a somiglianza di famiglia dei figli di Dio, dalla fede in Gesù. Avevano su di sé ciò che, come ben sappiamo, faceva di loro una potenza terribile e benedetta sulla terra: lo Spirito di gloria e di Dio.

II. Era la natura del messaggio di Gesù dare a questi contadini e schiavi dell'Asia Minore il titolo, le aspirazioni, il coraggio, la saggezza, di cittadini ed eredi del cielo. Li ha emancipati in una libertà divina. Li elevò a una nobiltà soprannaturale. Insegnò loro cose come fatti sull'anima e il suo futuro, sull'eternità, su Dio, facendoli sentire una meraviglia e un significato totalmente nuovi in ​​se stessi, il loro dovere e il loro destino; e così li condusse ad agire, a vivere ea morire, con uno scopo e in un modo che rispondesse in qualche misura a quel profondo significato.

Nient'altro che la rivelazione scritturale della redenzione in Gesù Cristo, con gloria eterna, si è rivelata portatrice di tutti i frutti dello Spirito. Altre cose possono produrre forza senza mitezza, gentilezza senza santità, aspirazioni senza pentimento, raffinatezza senza amore. Il Vangelo è formato per produrli tutti, come diretta conseguenza dei suoi elementi più semplici, e questo non solo perché è il messaggio del trono, ma perché, essendo tale, ricorda, provvede e si rivolge a tutto l'uomo : la sua miseria e la sua grandezza; la sua grandezza e la sua miseria.

HCG Moule, Cristo è tutto, p. 191.

Riferimenti: 1 Pietro 4:17 . JG Rogers, Pulpito del mondo cristiano, vol. xxxvi., p. 84. 1 Pietro 4:18 . J. Natt, Sermoni postumi, p. 229; Mensile del predicatore, vol. vii., p. 85.

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