Commento, spiegazione e studio di Giobbe 13:14-28, verso per verso
Perché prenderei la mia carne coi denti? Metterò piuttosto la mia vita nelle mie mani.
Ecco, egli m'ucciderà; non spero più nulla; ma io difenderò in faccia a lui la mia condotta!
Anche questo servirà alla mia salvezza; poiché un empio non ardirebbe presentarsi a lui.
Ascoltate attentamente il mio discorso, porgete orecchio a quanto sto per dichiararvi.
Ecco, io ho disposto ogni cosa per la causa; so che sarò riconosciuto giusto.
V'è qualcuno che voglia farmi opposizione? Se v'è io mi taccio e vo' morire.
Ma, o Dio, concedimi solo due cose, e non mi nasconderò dal tuo cospetto:
ritirami d'addosso la tua mano, e fa' che i tuoi terrori non mi spaventin più.
Poi interpellami, ed io risponderò; o parlerò io, e tu replicherai.
Quante sono le mie iniquità, quanti i miei peccati? Fammi conoscere la mia trasgressione, il mio peccato!
Perché nascondi il tuo volto, e mi tieni in conto di nemico?
Vuoi tu atterrire una foglia portata via dal vento? Vuoi tu perseguitare una pagliuzza inaridita?
tu che mi condanni a pene così amare, e mi fai espiare i falli della mia giovinezza,
tu che metti i miei piedi nei ceppi, che spii tutti i miei movimenti, e tracci una linea intorno alla pianta de' miei piedi?
Intanto questo mio corpo si disfa come legno tarlato, come un abito roso dalle tignuole.