Commento, spiegazione e studio di Matteo 27:1-40, verso per verso
Poi, venuta la mattina, tutti i capi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro a Gesù per farlo morire.
E legatolo, lo menarono via e lo consegnarono a Pilato, il governatore.
Allora Giuda, che l'avea tradito, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì, e riportò i trenta sicli d'argento ai capi sacerdoti ed agli anziani,
dicendo: Ho peccato, tradendo il sangue innocente. Ma essi dissero: Che c'importa?
Pensaci tu. Ed egli, lanciati i sicli nel tempio, s'allontanò e andò ad impiccarsi.
Ma i capi sacerdoti, presi quei sicli, dissero: Non è lecito metterli nel tesoro delle offerte, perché son prezzo di sangue.
E tenuto consiglio, comprarono con quel danaro il campo del vasaio da servir di sepoltura ai forestieri.
Perciò quel campo, fino al dì d'oggi, è stato chiamato: Campo di sangue.
Allora s'adempì quel che fu detto dal profeta Geremia: E presero i trenta sicli d'argento, prezzo di colui ch'era stato messo a prezzo, messo a prezzo dai figliuoli d'Israele;
e li dettero per il campo del vasaio, come me l'avea ordinato il Signore.
Or Gesù comparve davanti al governatore; e il governatore lo interrogò, dicendo: Sei tu il re de' Giudei? E Gesù gli disse:
E accusato da' capi sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla.
Allora Pilato gli disse: Non odi tu quante cose testimoniano contro di te?
Ma egli non gli rispose neppure una parola: talché il governatore se ne maravigliava grandemente.
Or ogni festa di Pasqua il governatore soleva liberare alla folla un carcerato, qualunque ella volesse.
Avevano allora un carcerato famigerato di nome Barabba.
Essendo dunque radunati, Pilato domandò loro: Chi volete che vi liberi, Barabba, o Gesù detto Cristo?
Poiché egli sapeva che glielo aveano consegnato per invidia.
Or mentre egli sedeva in tribunale, la moglie gli mandò a dire: Non aver nulla a che fare con quel giusto, perché oggi ho sofferto molto in sogno a cagion di lui.
Ma i capi sacerdoti e gli anziani persuasero le turbe a chieder Barabba e far perire Gesù.
E il governatore prese a dir loro: Qual de' due volete che vi liberi? E quelli dissero: Barabba.
E Pilato a loro: Che farò dunque di Gesù detto Cristo? Tutti risposero: Sia crocifisso.
Ma pure, riprese egli, che male ha fatto? Ma quelli viepiù gridavano: Sia crocifisso!
E Pilato, vedendo che non riusciva a nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani in presenza della moltitudine, dicendo: Io sono innocente del sangue di questo giusto; pensateci voi.
E tutto il popolo, rispondendo, disse: Il suo sangue sia sopra noi e sopra i nostri figliuoli.
Allora egli liberò loro Barabba; e dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati del governatore, tratto Gesù nel pretorio, radunarono attorno a lui tutta la coorte.
E spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto;
e intrecciata una corona di spine, gliela misero sul capo, e una canna nella man destra; e inginocchiatisi dinanzi a lui, lo beffavano, dicendo: Salve, re de' Giudei!
E sputatogli addosso, presero la canna, e gli percotevano il capo.
E dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto, e lo rivestirono delle sue vesti; poi lo menaron via per crocifiggerlo.
Or nell'uscire trovarono un Cireneo chiamato Simone, e lo costrinsero a portar la croce di Gesù.
E venuti ad un luogo detto Golgota, che vuol dire: Luogo del teschio, gli dettero a bere del vino mescolato con fiele;
ma Gesù, assaggiatolo, non volle berne.
Poi, dopo averlo crocifisso, spartirono i suoi vestimenti, tirando a sorte;
e postisi a sedere, gli facevan quivi la guardia.
E al disopra del capo gli posero scritto il motivo della condanna: QUESTO E' GESU', IL RE DE' GIUDEI.
Allora furon con lui crocifissi due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra.
E coloro che passavano di lì, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo:
Tu che disfai il tempio e in tre giorni lo riedifichi, salva te stesso, se tu sei Figliuol di Dio, e scendi giù di croce!